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Assemblea Regionale Azione Cattolica

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“Tutti i giorni siamo sfidati ad avere fiducia nella vita che tocca il cuore di ciascuno di noi.” – don Fortunato Morrone, Assistente Unitario Regione Calabria.

Se si dovesse scegliere una singola parola per descrivere l’assemblea regionale a cui hanno preso parte tutti i Consigli Diocesani della Calabria giorno 8 ottobre ’17, “umanità” è la più valida.

Tutto è ricondotto alla figura della vedova, icona biblica che ci accompagnerà durante quest’anno: uscendo dai propri limiti, donando “tutto quanto aveva per vivere” ha trovato se stessa, ha rinvenuto la sua vita. Alla base c’è un grande fiducia, una speranza, credere che “Gesù ci attende in Galilea”, che quanto facciamo non è vano. Fabio Scionti, sindaco del Comune di Taurianova (RC), mentre parlava della sua esperienza ha confidato che spesso si è domandato “ne vale la pena?” ed ogni volta si rispondeva che sì, ne valeva la pena. Quel “Sì” che non si può fare a meno di esclamare perché è il momento di agire, è il miglior momento per cambiare, per crescere, per vivere!

Oggi tre testimonianze concrete hanno dato volto alla bellezza del nostro territorio, tre persone che sono state e sono l’Azione Cattolica che hanno reso l’ordinario straordinario che, dati alla mano, hanno riportato la situazione reale in cui riversa la nostra regione e che, con la consapevolezza che può esserci un futuro migliore, hanno sperato e soprattutto hanno agito.

Il primo a prendere la parola è stato Pino Fabiano, Direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Cosenza-Bisignano. Un intervento puntuale e rigoroso il suo, che mirava a sottolineare che i numeri che ci vengono continuamente somministrati dai Media riguardo i migranti, non sono persone, né sono volti, né tanto meno storie. Un discorso che mirava a risvegliare la responsabilità di ciascuno di noi di accogliere, proteggere, integrare.

Responsabilità che abbiamo in quanto laici, come cittadini ma soprattutto in quanto persone. Ci dobbiamo impegnare perché è la vita che ci tocca da vicino, perché siamo noi, la nostra famiglia, il nostro vicino di casa. Dobbiamo credere che una realtà difficile come quella calabrese non sia persa ma sia vita da cui trarre altra vita. Come evidenziava Vincenzo Linarello, presidente di Goel-Gruppo Cooperativo, non possiamo credere alla resurrezione di Gesù se non crediamo che la Calabria possa cambiare. Ma come si può fare? Dobbiamo costruire alternative alle risposte scontate e malsane che circolano per le strade dell’illegalità; dobbiamo trasmettere ai giovani un rinnovato vigore perché siano pronti a scendere in campo in prima persona senza demandare sempre a qualcun altro che sta più in alto: “non è lecito fare e decidere in alto ciò che si può fare e decidere in basso”.

Gli interventi hanno toccato vari temi dai migranti alla ‘ndrangheta, dall’etica alla politica ma il messaggio che abbiamo colto è stato che “ce la possiamo fare se abitiamo questa nostra vita, questa nostra regione, queste nostre città, in comunione con gli altri e con Dio”.

I lavori pomeridiani hanno voluto approfondire quelli che sono stati i temi trattati la mattina, concentrandosi proprio sul fatto che l’Azione Cattolica deve uscire e ciò comporterà un approfondimento ed uno studio di queste tematiche nel corso dell’anno che culmineranno in un vero e proprio documento, scritto dall’associazione a carattere regionale, con una presa di posizione forte riguardo determinati aspetti che stanno cambiando il volto della nostra Calabria.

 

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