Il venerdì dopo

“Tredicesima stazione:Gesù muore in croce”.

Come in ogni venerdì di Quaresima, nelle nostre orecchie rimbomba questa affermazione.

Gesù è morto; il Dio in carne ed ossa che si è svestito della sua divinità per vestirsi della nostra umanità, muore sulla croce accanto a due ladroni, due uomini qualunque, considerati proprio la feccia dell’umanità!

Gesù è morto e il cielo si squarcia, piange.

Sembra proprio che Dio se ne sia andato e la sua morte fa raggelare il sangue nelle vene e la sua assenza continua ancora oggi a riempire i nostri occhi di scene disumane: uomini che continuano ad uccidersi, che vendono la propria anima per un pane che è di pietra; uomini che muoiono per l’egoismo degli altri; uomini che, arroganti, si elevano a giudici supremi perché, in fondo, tra io e Dio c’è solo lo spazio di una piccola “d”.

Viene spontaneo dare la colpa a quel Dio che si è fatto crocifiggere, che ha lasciato che lo umiliassero, che lo deridessero, che lo spogliassero. Ciò che mi stupisce sempre è proprio la sua mancanza di reazione: ha scelto di non scendere dalla croce.

Ancora, in questo venerdì, continuo a domandarmi il perché Gesù abbia scelto il rischio dell’amore, perché ha donato se stesso per gli uomini giusti ma anche per i disonesti, per te e per me che non esiteremmo a mostrare a tutti la nostra personale gloria … e penso a quanto l’amore ti faccia fare cose grandiose, quanto anche la croce, anche il digiuno hanno un gusto diverso se fatto per e con l’amore.

Ma questo venerdì ha un sapore diverso.

Sabato scorso, al Santuario della Madonna di Dipodi, mentre un tramonto dipingeva il cielo di mille sfumature di arancione, ci siamo  detti di non fermarci all’apparenza: la morte è un sospiro che dura per tre giorni; l’amore ha vinto e non può far altro che continuare a vincere, perché io sono testimone di quella luce che ha avvolto Maria quando ha constatato, per prima, che Gesù non era nel sepolcro, Gesù era vivo!

Questo venerdì ha un sapore diverso perché scelgo di essere generatore di vita, perché tutti devono sapere che la luce può vincere le tenebre – l’ha già fatto una volta – e io voglio impegnarmi perché nelle piccole cose continui a risorgere Gesù: la sua luce è troppo bella: non può rimanere in un sepolcro umidiccio e polveroso!

Io so che con Te, Gesù, posso trasformare l’acqua in vino e nella Tua Parola portare vita dove tutti si ostinano a vedere morte. Io so che la croce peserà un po’ di meno perché Tu la sorreggi con me.

Come in un domino, quando le tessere cadono una dopo l’altra, voglio che la Tua Resurrezione si diffonda nel mondo e io scelgo di essere una tassello di questo domino d’amore.

 

 

 

Ritiro in preparazione alla Pasqua – 9 Marzo 2019 – gruppi 12/14

 

 

 

 

 

 


 

 

 




Marcia della Pace – Azione Cattolica Sant’Eufemia

In occasione del mese della Pace, l’Azione Cattolica della parrocchia di San Giovanni Battista ha organizzato, insieme con tutta la comunità parrocchiale, la Marcia della Pace.
A ogni gruppo della parrocchia è stata consegnata una bandiera della pace, sulla quale sono state scritte delle parole, delle frasi, dei disegni che rappresentano la pace vista da ogni gruppo.
Tutte le bandiere sono state cucite insieme e sono state poi portate in processione dalla comunità.
Ecco alcune delle frasi scritte:
-  “La pace è la via giusta”,
-  “La Pace inizia con un sorriso”,
-  “La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro”
-  “Una parola che porta la pace è meglio di mille parole vuote”
-  “ Costruite ponti, non muri”
-  “La pace inizia da noi”
- “La pace è tolleranza, amore, rispetto, speranza, passione, perdono, è dire no alla violenza, all’odio e
alla guerra, la pace è la luce del mondo, la pace è aiutare chi è in difficoltà”
– “Pace è uscire abbracciati dal campo, appena finita la partita, dove ci si è scontrati, e menati, da
avversari”
-  “ La pace è una perla preziosa, una volta trovata non la vuoi perdere”

-  “La pace è come un enorme puzzle, si costruisce giorno dopo giorno e ognuno di noi è un pezzetto
fondamentale”
-  “La pace è simile alla speranza, è come un fiore fragile che cerca di sbocciare in mezzo alle pietre
della violenza”;
-  “La pace sono le nostre mani che si uniscono”
-  “La pace è nello sguardo di ogni bambino”
-  “Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio”
-  “La pace è un qualcosa che non si vede, non si tocca, non si compra, eppure è il bene più prezioso che
ci sia sulla terra. Ognuno di noi nel nostro piccolo è portatore di pace, apriamo il nostro cuore al
prossimo e la Pace verrà da se”
-  “La pace è vita. Se vogliamo diventare costruttori di pace, dobbiamo iniziare da noi stessi, dal nostro
piccolo, facendo attenzione alle nostre parole, pensieri.”
–  “ La pace è il bene più prezioso che abbiamo”
-  “Quando il potere dell’amore supererà l’amore per il potere si avrà la pace”




“Gli Sguardi da Vivere” – gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima?

Ieri 14 gennaio, si è svolto nella Chiesa di San Raffaele Arcangelo il 2° incontro sul Vangelo dell’anno. Questa volta la nostra attenzione si è spostata sullo sguardo… E quali sono gli sguardi da vivere? Abbiamo cercato di scoprirlo con il prezioso aiuto di Stefania Lecce, consacrata della Tenda del Magnificat e counsellor, che ci ha condotto in un viaggio nell’anima attraverso i nostri occhi e la Parola.

L’occhio è l’indicatore del nostro stato di salute interiore e no… non parliamo solo del nostro fegato, ma anche e soprattutto del nostro cuore e del nostro spirito. Potrà sembrare strano, ma gli occhi ci raccontano molto, sono indice della nostra identità. E a ben pensarci, ci fa riflettere Stefania, “ gli occhi, insieme alle mani, sono le parti del nostro corpo che sono sempre esposte all’altro”. Ed ecco che, lo sguardo diventa veicolo di emozioni e di relazioni, ti  identifica e ti scruta.

Vediamo insieme una carrellata di fotografie. All’apparenza ci sembrano simili, sono dei volti. Poi le riguardiamo e ci accorgiamo che è lo sguardo il punto centrale, che dà al volto la sua connotazione e , quindi, in quei volti vediamo persone tristi, felici, innamorate, deluse; volti privi di sguardo e di identità e sguardi pieni di amore e speranza.

E allora sta qui la provocazione più grande… “Qual è lo sguardo che vogliamo avere del mondo?”

E’ lo sguardo invidioso e il volto abbattuto di Caino che, presentati i suoi doni al Signore, si vede preferire quelli del fratello Abele, oppure del giovane ricco, che facendosi scuro in volto, se ne va rattristato, quando Gesù gli chiede di lasciare tutto e seguirlo…

preferiamo lo sguardo profondo di Gesù, che non si ferma all’apparenza, ma scava nel cuore di ciascuno; uno sguardo particolare, che rende tutti partecipi e offre amore, uno sguardo che ci spinge al cambiamento vero, all’impegno concreto e all’azione. Lo stesso sguardo che Gli fa affermare che la vedova ha gettato nel tesoro del Tempio “…tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere” (Mc. 12, 44)

E allora che vogliamo fare? Guardiamoci dritti negli occhi e lasciamo parlare i nostri cuori!

“ Non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi” (Antoine de Saint-Exupéry, “Il piccolo principe”)




AC Adulti – Primo incontro di formazione

Si è svolto oggi, nella nostra nuova sede, il primo di tre incontri incentrati sulla formazione degli animatori ed educatori del gruppo Adulti.

Partecipare ad un incontro tenuto dal nostro Luca Torcasio, è come gettare benzina su un braciere che si sta spegnendo: riaccende un fuoco vivo che poi dobbiamo essere bravi ad alimentare con nuovi ceppi.

Oggi siamo partiti dall’Evangelii Gaudium in particolare dal “Sì alla sfida do una spiritualità missionaria” che ci parla di come oggi è alto il rischio di avere operatori pastorali con un’accentuazione dell’individualismo una crisi di identità e un calo del fervore.

Immaginate questa cosa riflessa in un animatore/educatore come può essere distruttiva per questo il programma formativo ci fornisce degli spunti per riflettere e prevenire questo fenomeno.

Nel primo spunto di riflessione, Luca ci propone un paragrafo tratto dal libro di Giovanni Floris “Quella notte sono io”.

Partiamo con una sequenza di numeri 2,3,4,4,7,10 se dovessimo calcolarne la media matematica questa sarebbe 5. Ma la cosa strana è che il numero 5 non è contenuto nella sequenza pur essendone il valor medio.

Se consideriamo la media come ” normalità” e quindi prepariamo l’incontro avendo come riferimento la media, rischiamo di far sentire alcuni inadeguati: ogni numero, come ogni persona, ha una sua identità che se viene standardizzata causa snaturamento.

Il compito dell’educatore non è quello di dare risposte, ma di stimolare gli altri a porsi domande: solo se conosciamo bene noi stessi e i nostri sogni possiamo ritrovarci per dare a chi ci segue spunti di riflessione per porsi nuove domande.

Non bisogna considerare il gruppo, o comunque in generale l’associazione, come un ordine militaresco che crei degli impegni e obblighi le persone a partecipare, ma piantare dei semi per far nascere fiori che attirino “lo sciame” delle persone che ci circondando. Non possiamo imputare lo svuotamento delle parrocchie solo alle nuove generazioni, ai troppi impegni, ma dobbiamo fare autocritica perché forse stiamo piantando i semi sbagliati e lo sciame preferisce i fiori presenti su un altro prato.

Così come la vita pastorale non deve essere solo un insieme di impegni di eventi che ci dobbiamo affaticare a preparare senza trovarne il significato.

Un po’ come la caccia alla volpe, l’obiettivo deve essere la preda e non la preparazione della caccia: se passiamo troppo tempo a preparare eventi senza gustarne il significato, senza sintetizzare il motivo per cui lo facciamo, siamo solo delle macchine da guerra per cui il tempo risulta dilatato e ci scordiamo che la nostra vita ha un termine.

Nella caccia non tutti i cani vedono la volpe,ma gli altri di fidano e corrono dietro a quello che l’ha vista: questa è la perfetta similitudine dell’educatore che è colui il quale ha visto la preda(Dio) e deve convincere gli altri membri del gruppo a seguirlo cosicché tutti possano alla fine trovarlo.

Dobbiamo essere “NEL mondo” e non “DEL mondo”…




“I Luoghi da Vivere” – Incontro sul Vangelo dell’anno

Il brano del vangelo che accompagna il nostro cammino, è quello della vedova che va e getta nel tesoro del tempio, non il superfluo, ma come dice Gesù: “Tutto quanto, tutto quello che aveva per vivere”.

Abbiamo deciso di ripercorrere insieme questo brano, andando a fondo cercando non solo di capire i vari personaggi che entrano in gioco, ma soprattutto, come lo fanno.

Inizia quindi una serie di 3 incontri che accompagnerà questo nostro cammino con la Parola.

Il nostro primo incontro, che sarà il 12 Novembre, si concentrerà sui luoghi e si svolgerà nella chiesa di Santa Chiara.

Con la partecipazione di Fra Luigi Loricchio dell’ordine Francescano che curerà un momento di preghiera tutti insieme.

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Vi aspettiamo numerosi.




Campo Diocesano Giovani-Adulti AC

Si è concluso Mercoledì 23 Agosto, il campo Diocesano che ha visto protagonisti Giovani-Adulti della nostra diocesi, impegnati alla ricerca del senso vero dell’Azione Cattolica, sulle orme di Mario Fani a Viterbo.

La città che ha dato i natali alla Società di Santa Rosa, poi divenuta dopo l’incontro con Giovanni Acquaderni, Società della Gioventù Cattolica Italiana è stata il punto di partenza per Giovani e Adulti della nostra diocesi che hanno voluto camminare (in tutti i sensi!) ripercorrendo i luoghi che hanno caratterizzato la nascita della nostra associazione.

Raccogliendo l’invito fatto dalla presidente dell’AC di Viterbo, siamo ritornati alle origini, partendo dai valori che hanno caratterizzato l’impegno di Fani e Acquaderni: Preghiera, Azione e Sacrificio (con l’aggiunta poi della Formazione).

Fani e Acquaderni in chiave moderna

 

Papa 2.0

La riscoperta di questi valori, confrontandoli con il presente e con quello che sarà il futuro dell’AC è stata il punto chiave dell’esperienza, preparata dalla collaborazione tra l’Equipe Adulti e Giovani e che, alternando momenti divertenti a momenti spirituali più forti, ha fatto si che il campo non fosse un’esperienza orientata solo in una direzione ma combinasse la freschezza dei Giovani con l’esperienza degli Adulti.

E qui sono uscite anche le criticità che oggi vive la nostra associazione diocesana, con la necessità di riscoprirci sempre più uniti e con un obbiettivo comune.

E’ stato bello pregare con in responsabili dell’AC di Viterbo sulla tomba di Mario Fani, è stato uno dei momenti più toccanti, così come conoscere la storia di Santa Rosa, una santa tanto esile e fragile quanto forte spiritualmente.

Non sono mancati i momenti di svago e le visite a Tuscania e al suo borgo medievale, Civita di Bagnoregio detta anche la “città che muore” vista l’erosione che sta piano piano sgretolando il tufo sul quale essa si poggia e la stessa Viterbo, con i suoi vicoli, e il palazzo dei Papi. Sulla strada del ritorno c’è stato anche il tempo di fermarci a Cassino per una visita all’Abbazia.

AC Diocesana in visita a Tuscania

Un’esperienza forte, arricchita dalle testimonianze di un giovane e di un adulto, riguardanti quello che è l’impegno che tutti noi dobbiamo avere all’interno della comunità in cui viviamo (politica, vita sociale, vita laicale etc.) perchè è con la nostra testimonianza e il nostro impegno che possiamo far capire a tutti quanto è bella la FAMIGLIA dell’AC.

 




50esimo Ordinazione Don Giuseppe Ferraro: gli auguri dell’AC

Tutta l’associazione diocesana di Azione Cattolica abbraccia con affetto e fa gli auguri più sinceri a Mons. Giuseppe Ferraro per il suo 50esimo anniversario di ordinazione Sacerdotale, stringendosi attorno a lui con gratitudine e affetto e nella preghiera al Signore.

Per diversi anni è stato Assistente diocesano del Settore Adulti di A.C. che ha servito con amore e passione accompagnandolo nel proprio cammino associativo, con la disponibilità, l’umiltà e la gioia di servire attraverso l’Azione Cattolica tutta la Chiesa locale.

Auguri di cuore don Peppino.




Convegno Nazionale Settore Adulti – Roma 2017

Si è svolto a Roma, nell’istituto Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiae, il convegno annuale del settore Adulti di Azione Cattolica Italiana.

Il convegno ha avuto il compito non solo di presentare al settore adulti la nuova presidenza per il triennio 2017-2020 ma anche di tracciare quelle che sono le linee guida di questo nuovo percorso insieme.

Il tema principale dell’anno “adulto” sarà #Attraverso.

Il primo giorno è servito a conoscere la “nuova” (anche se in parte già conosciuta!) presidenza

Nella seconda giornata di “Attraverso” tanti sono stati gli spunti forniti di riflessione per iniziare al meglio il cammino, specie quelli portati dalla prof.ssa Chiara Scardicchio sulla potenza delle parole e sul loro effetto… queste sono sfociate in un esercizio spirituale dove il compito dei presenti era quello di confrontarsi con le proprie parole, quelle dette ogni giorno, quelle mai dette, quelle dette in un certo modo: solo in questo modo leggere la parola di Dio diventa “leggersi” nella Parola.

Il terzo giorno, tirando le somme del convegno il conclusione, la testimonianza di Pierpaolo Triani (uno degli autori della guida per educatori adulti Compagni di Strada ndr.) che ha ricordato che “Il Settore adulti crede fortemente nella scelta del gruppo come stile del camminare insieme, per questo va sostenuto e rilanciato. Dare vitalità al gruppo adulti vuol dire dare vitalità alle persone che ci partecipano. Possono modificarsi le forme ma i significati portanti restano! Come adulti abbiamo bisogno di continuare ad imparare a saperci prendere cura, a stare nella responsabilità, ad affidarci…”




Il Vescovo incontra L’AC

La mattina di Sabato 17 Giugno, in Episcopio a conclusione dell’Anno assembleare dell’Azione Cattolica, si è tenuto un incontro tra la Presidenza e il Consiglio diocesano, i responsabili, alcuni Assistenti e i Presidenti parrocchiali con il nostro il Pastore, sua Eccellenza mons.Cantafora. Dopo l’introduzione di Cinzia Calignano, Presidente diocesana, che ha puntualizzato il cammino associativo tracciato da Papa Francesco durante la celebrazione del centocinquantesimo anniversario di fondazione dell’Associazione, il Vescovo ha donato parole tanto incisive quanto indulgenti. Al discorso si è dato così un taglio concreto e ancorato alla realtà ed il clima che si respirava nella stanza era confidenziale e intimo.

Mons. Cantafora, sottolineando ancora una volta quanto detto dal Papa durante l’udienza a Piazza San Pietro il 30 Aprile, ha spronato gli uomini e le donne di Azione Cattolica ad impegnarsi quotidianamente per il benessere di Lamezia.

Il dialogo ha poi spaziato toccando i temi più disparati come la mafia, il matrimonio, la storia della realtà associativa lametina con anche aneddoti e storie di vita vissute dal Vescovo in persona che si è dimostrato vicino, sincero e soprattutto essenziale, quell’essenzialità propria dell’Azione Cattolica che non è forma ma contenuto, che non è fronzoli ma realtà.

Ma soprattutto sua Eccellenza ha posto l’accento sulla formazione, sulla dimensione spirituale che è imprescindibile e necessaria perché i laici di Azione Cattolica si rapportino con la quotidianità.

L’incontro è stato incorniciato dall’intervento di don Maurizio Mete, Assistente Unitario diocesano, che ha invitato i presenti ad essere discepoli-missionari passando dalla pastorale del campanile a quella del campanello; per essere pronti ad andare , “andare in fretta” come Maria, per le strade a testimoniare concretamente; non sostare quindi nelle navate ma stare sul sagrato per accogliere e incamminarsi verso gli altri.

Con la benedizione del Vescovo i responsabili sono rientrati nelle proprie parrocchie pronti a continuare, con impegno, questo gioioso cammino associativo per essere all’altezza della sua storia.




Festa degli Incontri 2017

Il 2 giugno per i ragazzi dell’Azione Cattolica e per i ministranti non è stata soltanto la festa della Repubblica: hanno, infatti, vissuto insieme la Festa degli Incontri.

Una giornata di festa, a conclusione del cammino annuale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, resa ancora più gioisa e coinvolgente grazie alla presenza di numerosi ministranti che hanno dato un taglio ancora più bello e solenne alla funzione religiosa celebrata nella Chiesa di San Raffaele in Lamezia Terme durante la quale è stata preziosa la presenza di molti sacerdoti della nostra diocesi.

La festa si è svolta nel parco intitolato a Peppino Impastato, che per l’occasione si è trasformato in un circo – ambientazione dell’intero cammino dei bambini dell’associazione-, e già alle 9:30 pullulava di ragazzi ed era uno spettacolo a vedersi per i colori pastello che si fondevano con il verde della natura. Un equilibrato connubio tra giochi e riflessioni ha catapultato i ragazzi in un viaggio tanto ideale quanto concreto; attraverso il ripercorrere la vita dei Santi e Beati dell’Azione Cattolica hanno acquisito la consapevolezza del loro essere miti…ci: come i colori sono essenziali per un artista, i ragazzi hanno scoperto di essere importanti strumenti nelle mani di Dio.

Condiviso il pranzo, i partecipanti alla festa si sono messi in gioco mostrando le loro qualità, i loro talenti e alla provocazione “Tu lo sai fare?” invitavano gli altri ragazzi a mettersi in gioco. Tra risate e tanto divertimento sembrava di essere in un vero e proprio talent variegato e stravagante.

Dopo la testimonianza del seminarista Giuseppe D’Apa, centrata sull’aspetto vocazionale e molto seguita dai ragazzi, per concludere la giornata sono intervenuti per i saluti don Roberto Tomaino Direttore dell’ufficio liturgico diocesano, don Angelo Cerra Assistente diocesano dell’Azione Cattolica dei Ragazzi e Cinzia Calignano Presidente diocesana dell’Azione Cattolica.

La festa è continuata tra balli, canti e tanto divertimento e la gioia ha circondato più di duecento tra bambini e ragazzi di ogni età.