Incontro Presidenti Parrocchiali con Vescovo

Oggi abbiamo avuto una grande gioia! Poter incontrare, con i presidenti parrocchiali, il nostro vescovo Giuseppe.

In questo momento così difficile abbiamo rispettato tutte le normative vigenti e le misure di prevenzione che il Covid ci impone, ma non potevamo rinunciare alla bellezza di questo incontro.

Fortemente voluto dalla nuova presidenza e dall’assistenza unitario, don Maurizio, il vescovo si è dimostrato come sempre paterno nei confronti della nostra associazione e dei presidenti parrocchiali, qualcuno alla prima esperienza, qualcun altro invece più esperto.

Ecco una breve sintesi di quanto è emerso.

Don Maurizio

Salmo 139
Lo sguardo di Dio accompagna l’uomo ancor prima della sua nascita.
Non è però un Dio indagatore, ma una presenza delicata evocatrice della presenza del profeta Elia, che la definisce una brezza leggera.
Lo sguardo amorevole di Dio non si ferma al centro delle nostre città, ma guarda principalmente ai crocicchi delle strade, alle periferie del nostro cuore.
Solo nella misura in cui ci facciamo attraversare da questo sguardo riusciamo a farlo nostro e a realizzare un vero incontro con la Parola.

Luca Torcasio

I presidenti parrocchiali sono coloro i quali devono curare la propria associazione e sono il cuore pulsante dell’associazione.

Interventi dei presidenti.

Vescovo Schillaci

Il cammino concreto di una realtà, partendo dai racconti dei presidenti. Il rischio della fuga è sempre dietro l’angolo, ma dobbiamo imparare a stare nell’oggi e la prima cosa da fare è ascoltare la Parola e metterla in pratica considerando le fatiche dell’uomo di oggi, le paure, le incertezze a cui il tempo che viviamo conduce.
È importante ascoltare anche la parola del Papa, che ci sta guidando attraverso la fede, iniziando dall’Evangeli Gaudium: prendere l’iniziativa, coinvolgere e quindi prendere la Chiesa e portarla in uscita.
Restando chiusi si rischia di ammalarsi di nostalgia: dobbiamo osare il futuro e non ripiegare sul nostro passato.




Il venerdì dopo

“Tredicesima stazione:Gesù muore in croce”.

Come in ogni venerdì di Quaresima, nelle nostre orecchie rimbomba questa affermazione.

Gesù è morto; il Dio in carne ed ossa che si è svestito della sua divinità per vestirsi della nostra umanità, muore sulla croce accanto a due ladroni, due uomini qualunque, considerati proprio la feccia dell’umanità!

Gesù è morto e il cielo si squarcia, piange.

Sembra proprio che Dio se ne sia andato e la sua morte fa raggelare il sangue nelle vene e la sua assenza continua ancora oggi a riempire i nostri occhi di scene disumane: uomini che continuano ad uccidersi, che vendono la propria anima per un pane che è di pietra; uomini che muoiono per l’egoismo degli altri; uomini che, arroganti, si elevano a giudici supremi perché, in fondo, tra io e Dio c’è solo lo spazio di una piccola “d”.

Viene spontaneo dare la colpa a quel Dio che si è fatto crocifiggere, che ha lasciato che lo umiliassero, che lo deridessero, che lo spogliassero. Ciò che mi stupisce sempre è proprio la sua mancanza di reazione: ha scelto di non scendere dalla croce.

Ancora, in questo venerdì, continuo a domandarmi il perché Gesù abbia scelto il rischio dell’amore, perché ha donato se stesso per gli uomini giusti ma anche per i disonesti, per te e per me che non esiteremmo a mostrare a tutti la nostra personale gloria … e penso a quanto l’amore ti faccia fare cose grandiose, quanto anche la croce, anche il digiuno hanno un gusto diverso se fatto per e con l’amore.

Ma questo venerdì ha un sapore diverso.

Sabato scorso, al Santuario della Madonna di Dipodi, mentre un tramonto dipingeva il cielo di mille sfumature di arancione, ci siamo  detti di non fermarci all’apparenza: la morte è un sospiro che dura per tre giorni; l’amore ha vinto e non può far altro che continuare a vincere, perché io sono testimone di quella luce che ha avvolto Maria quando ha constatato, per prima, che Gesù non era nel sepolcro, Gesù era vivo!

Questo venerdì ha un sapore diverso perché scelgo di essere generatore di vita, perché tutti devono sapere che la luce può vincere le tenebre – l’ha già fatto una volta – e io voglio impegnarmi perché nelle piccole cose continui a risorgere Gesù: la sua luce è troppo bella: non può rimanere in un sepolcro umidiccio e polveroso!

Io so che con Te, Gesù, posso trasformare l’acqua in vino e nella Tua Parola portare vita dove tutti si ostinano a vedere morte. Io so che la croce peserà un po’ di meno perché Tu la sorreggi con me.

Come in un domino, quando le tessere cadono una dopo l’altra, voglio che la Tua Resurrezione si diffonda nel mondo e io scelgo di essere una tassello di questo domino d’amore.

 

 

 

Ritiro in preparazione alla Pasqua – 9 Marzo 2019 – gruppi 12/14